LE NOSTRE MOSTRE PROTAGONISTE ALLE SAGRE

Dal 7 al 10 settembre scorsi un flusso costante di pubblico curioso ed interessato ha visitato la mostra ‘Il comune di Palazzolo visto dalla mappa del 1793’ una esposizione curata dalla nostra associazione. Protagonista è stato l’eccezionale documento conservato in municipio a Sona che ci ha fatto ricordare l’importante ruolo svolto da Palazzolo in passato quale centro vitale di possedimenti e attività economiche delle più importanti famiglie aristocratiche veronesi.
Particolarmente apprezzato, il giorno dell’inaugurazione, l’intervento del prof. Ismaele Chignola, vicedirettore dell’accademia delle Belle Arti di Verona e profondo conoscitore delle opere di Adriano Cristofali, architetto ed ingegnere che ha partecipato alla stesura della mappa topografica dipinta dal l figlio Marco. Cristofali è stato il protagonista del rinnovamento dell’architettura veronese del Settecento e le sue innumerevoli opere presenti in città ed in provincia sono ancor oggi sono oggetto di studio e di ammirazione.
Il weekend successivo, nei locali messi a disposizione degli organizzatori della sagra di San Giorgio in Salici, è stata riproposta la mostra itinerante riguardante la Pieve di Santa Giustina, attualmente chiusa per lavori di manutenzione. Anche in questa occasione lo splendido esempio di arte medioevale che alberga sulle colline di Palazzolo, ha saputo incantare i numerosi visitatori con la sua affascinante storia e i suoi magnifici affreschi.

 

I TESORI DELLA PARROCCHIALE RACCONTATI DALLA VOCE DI MARIUCCIA

La sera di Venerdì 5 luglio Mariuccia con la sua trascinante passione ci ha raccontato con dovizia di particolari e aneddoti tutto quanto c’è da sapere a riguardo della storia della chiesa intitolata a San Giacomo e Santa Giustina e delle preziose opere artistiche in essa presenti.

Il folto gruppo di partecipanti, quantificato in circa sessanta persone, ha potuto apprendere dalla sua voce infaticabile tutte le notizie ricavate dalle ricerche negli archivi parrocchiali svolte nel corso degli anni ed apprezzare il sacrificio, anche economico, sostenuto dai nostri avi per lasciarci in eredità uno scrigno prezioso di opere d’arte.

Le note dell’organo ottocentesco di Damiani hanno poi concluso la visita all’edificio che ora ci appare ancor più ricco nella sua pur sobria bellezza.